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Antonio Matticoli. Il professore, il nostro insegnante all’Istituto Statale d’Arte, quando ancora si poteva chiamarla «  scuola ». Antonio, dalle mani gigantesche ed esili allo stesso tempo, come le figurine di Giacometti. A. Matticoli con la sua esperienza in primis di fabbro, ha trasformato la materia orafa facendola sobbalzare per più di sessant’anni. Plasmando la cera sintetica con quella delle api umbre come fossero dei dripping di Pollock: sgocciolate calde, rosa, rosse- di fili e lastre che prendono l’aspetto di piccole sculture.La sua pittura non è diversa dal suo lavoro plastico- un susseguirsi di curve ed angoli, di texture materiche che assomigliano ad un alfabeto morse, da antropomorfismi che all’improvviso diventano elementi modulabili, giochi d’incastro, torri senza fine. Il nostro professore é un «  touche à tout », uno sperimentatore e soprattutto un eccezionale stimolatore per noi suoi allievi. Matticoli una specie di supereroe instancabile che nel suo antro stretto spazia in una miriade di stili: classico, organico, floreale, destrutturato , lui piega , lavora , salda e genera materia da « fondere » da rendere solida in metalli nobili. Anche quando la pelle del Cosmo non è poi così liscia da accarezzare. Lunga vita al professor Matticoli.

Faust Cardinali

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